lunedì 25 ottobre 2010

Atterraggio di un'indossatrice volante

Mentre mi aggiro pigramente per casa, ancora in pigiama alle 8.15 del mattino, penso a come cambiano le cose nella vita...

Del tipo: adesso sto anche tutto il giorno senza truccarmi, esco in tuta, la cosa non mi preoccupa minimamente.

Forse sono un po' pallida, ma in definitiva non così orrenda, mi pare.



C'è stato un tempo, molto molto lontano, in cui io ho fatto l'indossatrice.

Calma...non l'indossatrice tipo Naomi Campbell, ma quella che si chiama "indossatrice volante".

Stanca di essere disoccupata e contando sui commenti di parenti e amici sul mio aspetto: "che alta! Potresti fare l'indossatrice" avevo risposto ad un annuncio sul giornale e, accompagnata dal papà, ero andata in un grande albergo di Verona a conoscere un rappresentante di una importante azienda di abbigliamento.
Provati due o tre abiti (capi spalla per la precisione) avevo ottenuto subito il lavoro.

Mi sembra ancora impossibile, ma è andata proprio così.

Per un paio d'anni ho girato il nord Italia su un furgoncino, con un rappresentante bolognese molto simpatico che mi ha insegnato il nome di ogni stoffa e i segreti delle lavorazioni sartoriali e mi ha fatto conoscere i più bei ristoranti e bar pasticcerie di ogni città che visitavamo.

I lati negativi erano: sveglia alle 5.30, almeno 40 minuti per truccarmi pesantemente, 1 ora e mezza o anche due di strada, scaricare i vestiti sugli stand, 1 ora per mostrare 120 abiti (a me Fregoli fa un baffo...), scrivere l'ordine, ricaricare tutto.

Poi pranzavamo in qualche bel posto dove lui si limitava a ordinare mezze porzioni senza sugo e io, forte del mio metabolismo accelerato, mi strafogavo di specialità locali.
Pomeriggio stessa solfa.

Così per tre mesi, poi tre mesi di pausa, poi altri tre mesi con il nuovo campionario ecc.
C'è da dire che le stagioni erano scambiate e quindi mostravo capi estivi spogliandomi in gelidi camerini e cappotti in piena estate...

Comunque questa vita aveva fatto di me una vittima del look perfetto.

Non mi azzardavo a uscire di casa se non ero truccata a puntino, vestita con gli abbinamenti giusti e i giusti accessori, con le unghie smaltate.... una faticaccia!

Sul più bello, cioè quando stavo pensando di fare il grande salto e presentarmi a qualche agenzia milanese, una banca alla quale avevo fatto domanda di assunzione in passato mi chiamò e così smisi di "volare" e mi sedetti a una scrivania, sempre con il look perfettino però.

Ho cambiato diverse scrivanie e molti begli abiti, soprattutto tailleur, e sono stata salvata dall'incontro con mio marito che mi ha portata sui Colli Euganei a fare la viticoltrice...ma questa è tutta un'altra storia.
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