mercoledì 29 maggio 2013

QI in crisi

Era un po' che non commentavo qualche succulenta scoperta scientifica e ieri finalmente ho letto una notizia interessante: la nostra intelligenza perde punti ogni anno e rispetto al 1800 siamo già a - 14 %! (Corriere.it).

Dunque è così. 

L'epoca vittoriana, per intenderci quella dove le gambe dei tavoli venivano coperte perchè troppo scandalose, è stata l'apice dell'intelligenza degli umani "occidentali" intesi come europei e nordamericani.

Da allora più di un punto percentuale si è perso in ogni decennio e lo dicono ben tre studi universitari, probabilmente fatti proprio da ricercatori che hanno subito in prima persona questa perdita.

La colpa viene data alle donne intelligenti che non si riproducono, lasciando fare le fattrici a femmine di bassa tacca, evidentemente.
Il contributo all'intelligenza del neonato da parte del maschio non è ritenuto influente.

In quanto donna sarebbe troppo facile fare battute, ma questa teoria è così strampalata che sarebbe come sparare a un cavallo morto.

Invece la mia teoria di donna che si è riprodotta poco, e non perchè particolarmente intelligente ma solo per questioni di opportunità, è diversa.

E' probabilmente vero che l'intelligenza è in calo nella nostra civiltà occidentale, ma io farei partire il vero declino dal secondo dopoguerra e ne troverei motivazioni ben diverse.

Tali e tanti solo stati i progressi tecnologici negli ultimi decenni che, se da una parte hanno fatto emergere l'intelligenza di tutta una serie di inventori e scienziati, dall'altra hanno ridotto le persone "normali"  a meri schiacciatori di pulsanti.

Non serve più darsi da fare per ottenere risultati brillanti: calcolatrici, pc, automatismi vari ci sollevano da ogni sforzo mentale.
E mentre le prime generazioni che hanno fruito di questi prodigi sapevano apprezzarne i vantaggi e ne conoscevano almento il processo di creazione, le nuove usano qualsiasi dispositivo in modo "intuitivo" e non hanno idea di cosa ci sia dietro e soprattutto di come fare se il dispositivo stesso si rompe.

A partire dalle tabelline, passando per un semplice comando DOS, per arrivare a cercare qualcosa in una enciclopedia di carta o a fare una foto in manuale, ci inceppiamo inesorabilmente.
Abbiamo disimparato e ormai nemmeno impariamo più a ragionare per risolvere questioni tecniche, matematiche, pratiche.

Ci affidiamo alle macchine.
La lobby degli intelligenti regala alle masse i mezzi per illudersi di essere geniali e invece le condanna a uno instupidimento generale e inarrestabile.

Sono sempre affascinata da quei film che raccontano di realtà distopiche dove la civiltà riparte da zero e se la cavano solo quelli veramente in gamba.

Non che mi auguri un disastro globale per averne la prova, ma penso che basterebbe un black-out di qualche giorno per stabilire a che punto è sceso il nostro QI.
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5 commenti:

  1. Leggerti è sempre piacevole, ammiro la tua ironia e il tuo stile.

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  2. Ti dico solo che pur avendo fatto il liceo scientifico, una facoltà universitaria scientifica (dove i calcoli matematici, chimici, fisici, statisctici sono all'ordine del giorno) e pure un dottorato di ricerca ... senza la calcolatrice sono persa. Che disgrazia.. mi sa che sono nel calderone del -14%....

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  3. Bella analisi e sono daccordo.
    Abbiamo la mente completamente impigrita. Atrofizzata.
    Però io un mezzo "disastro globale" lo auspico: tornare indietro, riprendere il senso della realtà, delle proporzioni. Ricominciare con etica, in tutto.
    Morirò prima. Lo so. ;)

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  4. Condivido in toto, mi sembra evidente...
    L'imbecillimento( anche se utile) che ha portato sotto certi aspetti la tecnologia è inevitabile, a descapito della fantasia, la riflessione, l'immaginazione, la personalità e l'intelligenza stessa....
    Cerchiamo di essere collaboratori con la modernità , ma non esserne schiavi! ::))

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