mercoledì 27 giugno 2012

Venezia, la classica gita


Ieri sono stata a Venezia con mia figlia. Una gita organizzata a tavolino, posti prenotati in treno e biglietti per la mostra di Klimt in tasca.

Venezia da Verona dista solo un’ora ed ogni volta mi ripeto che dovrei andarci più spesso…

E ogni volta, già all’uscita dalla stazione, mi sorprende per quanto è bella e diversa dalle altre città.
L’aria era particolarmente tersa dopo il temporale della sera prima e un bel venticello rendeva sopportabile il caldo.

Abbiamo cercato di camminare sempre sul lato ombreggiato delle calli, percorrendo sottoporteghi e stretti passaggi meno battuti dalla massa dei turisti che come sempre la affollavano.

Durante la giornata abbiamo passato tutte le fasi del visitatore tipico: la prima è sempre quella dell’innamoramento incondizionato e dell’invidia per chi ci può abitare. 

Ragionamenti su quale lavoro scegliere che ti permetta di vivere in una città senz’auto. 
Abbiamo optato per “scrittore” o “artista di qualche tipo”, ma anche per traduttore o programmatore informatico, qualcuno insomma che possa stare in casa e non avere orari fissi.

Poi, mano a mano che si proseguiva tra ponticelli, scalette, campi e “salizade” ecco le prime obiezioni: “per fare la spesa ci vuole un carrettino da trascinare su e giù per i ponti..”, “pensa se hai un bambino sul passeggino…o  peggio se sei invalido”, “quando c’è l’acqua alta è ancora più difficile…”.
La ricerca di una panchina è simile a una perversa caccia al tesoro, dove le uniche rarissime che si trovano sono sempre al sole.
Quando ormai barcollante stramazzi su un gradino appaiono simpatici Guardian Angel che ti cacciano come un appestato perché è proibito sedersi per terra.

Un caffè e una pastina ti costano come minimo il doppio che dalle altre parti, come pure la tariffa del vaporetto.
Ma sei a Venezia e fa parte del “biglietto” che devi pagare per visitare questo enorme set cinematografico fatto di mattoni e non di cartapesta.  
Sì, perché ogni angolo sarebbe da fotografare, da riprendere con la telecamera, da immortalare con un quadro.

Molte vetrine hanno attirato la nostra attenzione: i classici oggetti di vetro, dai più pacchiani ai capolavori costosissimi. 
Maschere di tutti i tipi, monili di metallo, stoffe damascate. Molti sandali e borse colorati e particolari, stranamente a prezzi abbordabili.

La mostra a Palazzo Correr non ha deluso le aspettative: Klimt, Hoffmann ed altri artisti della secessione viennese ci hanno colpito al cuore ancora una volta.
Ho rivisto con grande emozione le due Giuditte e ammirato per la prima volta Gli Amanti, il Fregio di Beethoven ed il famoso Girasole.

Anche le opere degli altri artisti erano eccezionali, compresi alcuni gioielli e progetti di tappeti che ho trovato di una bellezza intramontabile.

Poi il pomeriggio è trascorso trascinandosi da un palazzo all’altro sempre in cerca di ombra e di un posto per sedersi.

Mia figlia ha acquistato delle maschere bianche da dipingere e ornare a suo gusto ed io dei pendenti di vetro che poi ho scoperto importati dalla Cina.
Vabbè, in fondo è stato Marco Polo a insegnargli tutto….
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4 commenti:

  1. Mi è venuta la pelle d'oca... Klimt! Invidia pazzesca.
    Venezia rimane comunque unica al mondo, un gioiello magico!

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  2. UUUUUUhhhh che invidia! Venezia e Klimt... sospiro...

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  3. Venezia... che ricordi! forse non lo sai, ma ci ho vissuto x 5 anni, da studente... ecco, adesso ho dato a tua figlia l'opzione piu' realistica x vivere in quella citta'! Io l'ho vissuta durante l'universita', ricordi indimenticabili, 5 anni meravigliosi, un'occasione unica e irripetibile di vivere la citta' piu' bella del mondo (io non ho dubbi!). Dimenticavo... non e' nemmeno cosi' cara, i bacari sono fantastici!

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