Moderato entusiasmo, moderato odio per i
viaggi in pullman, moderato interesse per la meta che ha già visitato
nell’unica altra gita cha ha fatto in IV elementare.
E’ successo che dopo un periodo felice in cui le classi
facevano gite che erano dei veri e propri viaggi con tanto di volo all’estero,
vitto e alloggio - quasi una minivacanza - si è passati al blocco totale,
almeno per quel che riguarda gli istituti scolastici di Verona.
Troppe spese e soprattutto troppe responsabilità per gli
accompagnatori che non se la sentono più di tener testa a un branco di
adolescenti con l’ormone impazzito e la disciplina di un bambino di un anno…
Non posso biasimarli, però è un peccato.
Mancherà nel bagaglio dei ricordi fondamentali quello della gita scolastica "lunga".
Delle notti a farsi gli scherzi, delle fughe dai professori,
delle piccole trasgressioni.
Gli scambi di vestiti, di trucchi, le foto mosse, quello che
si perde...quello che è sempre in ritardo…
Per me sono state fondamentali soprattutto tre gite
scolastiche, ognuna memorabile per qualcosa.
La prima a Roma, in treno, tre giorni all’ostello della
gioventù all’Eur.
C’erano ancora gli scompartimenti ed abbiamo fatto tutto il
viaggio con i sedili completamente abbassati, suonando la chitarra, cantando
Bennato, Guccini, Battisti, gli Inti Illimani.
Facendo amicizia con una classe
maschile di Brescia che andava come noi nella capitale.
Mi ricordo i tram, il caldo anche se era marzo, il mio
incontro scontro con Vittorio Gassman.
E già: io a 16 anni ho sbattuto addosso a questo signore alto
che stava comprando il giornale in un’edicola in Via del Corso.
Ero rimasta indietro rispetto ad alcune mie compagne e
ridacchiando come una scema correvo per raggiungerle.
Mi sono scusata, e stavo già riprendendo la
corsa quando mi sono resa conto di chi fosse e ho urlato alle altre: “C’è
Gassman!!” Lui mi ha fatto l’occhiolino e si è prontamente defilato…
Sono rimasta inebetita per una buona mezz’ora.
L’anno dopo siamo andate a Urbino con il professore di
tecnica.
Eravamo tutte, dico indistintamente tutte, innamorate perse.
Aveva 30 anni, laureato in sociologia a Trento, finito a
fare questa supplenza in una scuola tecnica quasi interamente femminile, completamente
diverso da qualunque insegnante avessimo mai avuto.
Aveva questo aspetto un po’ hippy, con i baffi, i vestiti
informali, i bracciali di metallo dipinti da lui. Quell’anno eravamo tutte
bravissime in tecnica bancaria perché nessuna voleva fare brutta figura e
deluderlo…
In gita ognuna di noi sognava un’avventura romantica (quelle
più scafate anche qualcosa di più…) e ripensandoci adesso credo che per lui sia
stata veramente dura resistere a 25 ragazze assatanate!
Pendevamo dalle sue labbra. Abbiamo ascoltato tutte le spiegazioni
degli affreschi, dei palazzi e delle chiese come fossero racconti fantastici.
In quei giorni
cantavamo a memoria le canzoni di Jesus Christ Superstar e ci immaginavamo di
essere Yvonne Elliman che intona Try not to get worried, try not to turn on to
problems that upset you…
In quinta eravamo maggiorenni e così siamo andate in gita da
sole: cinque giorni tra Firenze e Siena.
L’ostello della gioventù era pieno di ragazzi stranieri “interessantissimi”.
Nei miei ricordi tutti erano bravi a suonare
la chitarra, tutti facevano spillette di filo metallico con il tuo nome, tutti
ti leggevano la mano e avevano capelli biondi e occhi azzurri.
Abbiamo visitato ogni luogo, camminato per chilometri, salito
scale interminabili, mangiato il gelato più buono del mondo da Badiani: una
crema che si chiama Buontalenti che purtroppo non ho più assaggiato.
Su Ponte Vecchio la sera cantavamo Agnese dolce Agnese ed il
problema più grande che avevamo erano gli imminenti esami di maturità. Che
materie sarebbero uscite?
Che bello! Fatemi tornare in gita….
.
.
oddio quante scene... son l'unica cosa che rimpiango delle superiori :D
RispondiEliminaanche se della gita a praga ho solo ricordi vaghi, e tutti al sapore di rum
Beato te: fai parte delle nuove generazioni, quelle che sono andate all'estero...Comunque anche nelle nostre gite "ruspanti" c'è stato qualcuno che ha alzato il gomito!
RispondiElimina...e pensa che io non ho MAI fatto una vera gita scolastica, a parte quelle patetiche uscitucole della durata di mezza giornata, perché il mio corpo insegnante si rifiutava categoricamente di portarci... miseri e tapini che non eravamo altro...
RispondiEliminaAhi le gite scolastiche.. è davvero un grosso peccato! Dovrei far leggere il post ad una cara amica del liceo con la quale soono tuttora amica che ancora ha il nervoso perchè una nostra ex compagna ha perso il mitico filmino della gita a Vienna in V liceo! A distanza di quasi 20 anni è ancora una tragedia!
RispondiEliminaPeccato per questa maledetta crisi...
Mi piace il tuo bibblico "In quei giorni".
RispondiEliminaPurtroppo io li capisco gli insegnanti che non se la fidano più : tra quelli che volano dal balcone, quelli che saltano dal letto e atterrano su un bicchiere e quelli che si ubriacano, escono, si perdono e poi muoiono congelati in un fosso non posso biasimarli. Bisognerebbe far firmare un contratto a 5000 clausule ai genitori.
troppo carine queste descrizioni mi ricordano anche i miei anni scolastici
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