Ed eccola qui, la nebbiolina di novembre!
Non hanno fatto in tempo a finire le piogge torrenziali dell'ultimo fine settimana che è puntualmente arrivata.
Ma qui a Verona siamo fortunati... infatti basta fare pochi chilometri e arriviamo al nostro piccolo paradiso: il lago di Garda.
Noi veronesi diciamo "andare sul lago" e non al lago. E' sicuramente una forma italianizzata del nostro beneamato dialetto, tipo dire "galloncini" di pollo invece di coscette...
In ogni caso si va sul lago, di solito a bere il caffè, a fare un giretto col moroso, a mangiare la pizza, a ballare, mai e poi mai in vacanza. Quella è riservata ai tedeschi, emuli di Goethe, che ormai se lo sono quasi comperato tutto.
Molti di noi hanno seconde case, dai monolocali alla villa, ma lì non sono le vere ferie, perchè quelle sono rigorosamente al mare.
Noi "locali" amiamo andare al lago nei fine settimana primaverili, per farci la base della tintarella, oppure ci mettiamo in fila la domenica pomeriggio per andare in qualche gelateria e passeggiare sul lungolago dando da mangiare alle papere.
Ricordo interminabili pomeriggi da bambina a Bardolino o a Lazise, con il sacchetto del pane vecchio da dare ai cigni e alle anatre, gli uomini con la radio a transistor che ascoltavano "Tutto il calcio minuto per minuto". E interminabili code al ritorno, 25 chilometri in due ore o giù di lì...
Ricordo altrettanti pomeriggi o serate, passeggiando per le viuzze piene di merce esposta e tavole apparecchiate, con il ragazzo di turno, a guardare le barche ormeggiate immaginando di essere al mare per finire poi a ballare al Corsaro, alla Caneva, o in altre discoteche all'aperto che ormai non ci sono più.
Adesso il periodo che preferisco è proprio questo che va da ottobre a marzo. Quando i turisti sono pochissimi e i negozianti non ti dicono "Bitte" ma "Prego". I colori sono magnifici e i tramonti troppo struggenti.
Domenica abbiamo mangiato i bigoli con le sarde e il lavarello ai ferri...se non era vacanza ci somigliava molto!
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