venerdì 13 giugno 2014

Io come Giancarlo Giannini

In questi giorni gira insistente in tv lo spot sui mondiali di calcio dove un ahimè attempato Giancarlo Giannini ci racconta, con la sua migliore voce alla Al Pacino, dei suoi ricordi di tifoso italiano.

Ecco, pur non essendo vecchia come Giannini, condivido ogni sua citazione.
C'ero già anch'io.

In fondo vi dirò che non è male esserci stata. Sono bei ricordi.
Momenti di stupida, breve ma autentica felicità.

Momenti di condivisione, di urla, di imprecazioni, di scongiuri.
Pomeriggi caldi e serate caldissime di estati ormai lontane.

Chiaramente, non essendo io un'appassionata di calcio "seria" ho memorizzato solo alcuni episodi e sarò quindi molto imprecisa.
Non chiedetemi date, minuti dei gol, e via dicendo.

Allora partirò dal ricordo più lontano: Italia-Germania 4-3 nel 1970.
Ero con i miei genitori in un camping sul lago di Garda, dove passavamo i fine settimana prima di partire per i nostri viaggi.

Ricordo una grande stanza con un piccolo televisore in bianco e nero in alto su un trespolo e i turisti tedeschi impazziti e gli italiani che ad ogni gol gli facevano il gesto dell'ombrello...
Con i miei amichetti stavamo giocando fuori e ad ogni esplosione di urla entravamo a chiedere chi aveva segnato...
Per la finale invece eravamo a Belgrado, sempre in una sala comune di un campeggio e ricordo solo che noi eravamo gli unici tifosi dell'Italia perchè ogni altro straniero teneva per il Brasile di Pelè.

Comunque, durante tutto quel viaggio che ci ha portato fino in Turchia, abbiamo sempre incontrato gente che ci parlava dei nostri calciatori con ammirazione, sbagliando un po' i nomi tipo "Boninsena", Ribera, ma era divertente sentire qualche bulgaro o qualche turco dire "Germany KO" e applaudire.

Del 1974 ricordo solo che eravamo in Francia e i giornali titolavano: "Triomphe de Mueller". Fine.

Del 1978 vuoto totale.

Ma del 1982 ricordo ogni singola partita.

Quelle viste a fianco dei miei in salotto, quella contro il Brasile a casa della Elena, con suo padre che sbraitava e si alzava dal divano.  Ero dovuta tornare a casa prima che finisse e ricordo il silenzio spettrale per strada, solo il rumore del mio motorino e delle cicale, poi un boato.
Avevamo segnato ancora!

La foto qui sotto è stata scattata domenica 11 luglio.  Con la mia compagnia di allora eravamo andati sui Monti Lessini in cerca di frescura, portandoci la bandiera e facendo gli scemi.


Quello a destra, detto "il genietto" non approvava...

La sera a casa del primo a sinistra abbiamo ritirato subito la bandiera dal balcone appena Cabrini ha sbagliato il rigore.
Poi, per fortuna è andato tutto benissimo e siamo corsi in Piazza Brà a fare il bagno nella fontana insieme a migliaia di persone festanti.
Clacson, trombe, e tanti abbracci e baci con sconosciuti felici.
E tutta l'estate a ballare una canzone assurda che diceva "Da da da, son tutti figli di Bearzot".

Perchè io mi ricordi un altro mondiale bisogna arrivare al 2002, quando fuori l'asilo di mia figlia ascoltavo la radiocronaca della partita con la Corea e l'arbritro Moreno ci ha annullato un gol regolare.
Poi loro hanno segnato il golden gol e noi siamo stati sbattuti fuori.
Con tutti i genitori dei bambini all'uscita ci guardavamo mogi, scuotendo la testa.

Invece il primo ricordo del 2006 è il tentato suicidio di Pessotto e Cannavaro che gli dedica la vittoria contro l'Ucraina. Tremendo.
Per fortuna tutto è andato per il meglio ed è stata di nuovo una grande gioia.
Eravamo in Val di Non quando abbiamo battuto la Germania. Una vittoria che vale sempre doppio...
Finale indimenticabile con testata di Zidane a Materazzi e poi l'ansia di quando finisce ai rigori.
Anche qui altri tormentoni: Siamo una squadra fortissimi di Checco Zalone e Seven Nation Army degli White Stripes (Po po po po po pooooo).

Arriviamo a oggi, perchè del 2010 non ho fatto a tempo ad imparare la parola "Vuvuzela" che eravamo fuori!

In Brasile non so come andrà.
Quello che ho visto finora durante le amichevoli non mi ha fatto ben sperare.
Ma non sarebbe la prima volta che partiamo in sordina e poi magari avviene il miracolo.
Incrociamo le dita quindi: Forza Azzurri!
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