Non ho fatto in tempo a dire che non me la sentivo di
scrivere l’ennesimo post natalizio che ne ho scritto uno.
Ma questa è solo l’ultima delle mie
contraddizioni.
Ormai sono rassegnata.
In fondo è noto che è prerogativa della gioventù possedere certezze
assolute e ferme convinzioni.
Non posso
scappare dalla mia età, evidentemente.
Così con questo pensiero ho ripercorso la mia vita e ho
cercato di focalizzare tutte le volte che ho cambiato idea, che mi sono smentita,
che ho fatto la voltagabbana.
Sono stata una bambina che odiava gli gnocchi e la polenta.
Riuscivo a farmi venire gli forzi di vomito quando mia
madre me li presentava sul piatto.
Non ho fatto in tempo ad iniziare ad uscire fuori a cena
con amici e morosi, a trovarmi in compagnia a preparare decine di confezioni di
gnocchi PAF, che sono diventata una
mangiatrice vorace di questi piatti.
Ho deciso che erano buonissimi e non mi si fermavano più in gola come
sostenevo serissima davanti ai vari tribunali di parenti increduli durante la
mia infanzia.
Sono stata in lutto diverse settimane quando ho scoperto
che un compagno di scuola che mi
piaceva moltissimo abitava a Negrar e quindi era “un paesano”.
La notizia era di quelle senza speranza. Il
tipo era tagliato fuori e non poteva
nemmeno essere considerato a livello di semplice amicizia.
Io ero cittadina, abitavo in uno dei
quartieri “in” di Verona, non parlavo dialetto ed ero cresciuta ascoltando
sempre l’aneddoto dove mio nonno, di ritorno da una passeggiata domenicale in
centro, rispondeva alla domanda di mia nonna “Chi c’era?” con un drastico “Poca
gente, ma tanti paesani!”.
Andava molto
anche l’idea che ci volessero almeno sette generazioni per trasformare il
paesano in un cittadino.
E’ chiaro che appena ho iniziato a lavorare e ad aprire i
miei orizzonti, la provenienza delle persone è stata del tutto irrilevante. Infatti
ho vissuto in campagna per anni ed adesso abito in un paesino di 3000
persone.
Ancora mi rammarico per non
averci provato con quello di Negrar, paese che tra l’altro è diventato ambitissimo, con prezzi degli immobili altissimi, ricercato perfino dai divi di
Hollywood…
Ho predicato per anni che i bambini non mi piacevano ed
anzi, ce n’erano anche troppi e il mondo era comunque sovraffollato.
Poi, venticinquenne, piangevo disperata pensando che ero un ramo
secco e che la mia vita non aveva un senso.
L’elenco è lungo: mai un divano con la penisola. Ce l’ho. Aborro i Modà, ma so a memoria le loro canzoni.
Mai una vacanza nello stesso posto e con la pensione
completa: da anni estate e inverno una settimana in Val di Non, nello stesso
albergo e anzi, nella stessa stanza e con lo stesso tavolo al ristorante,
quello vicino alla Stube.
Il computer sarà solo un altro elettodomestico. Lo userò per
lavoro perché costretta. (!)
E l’orientamento politico? Sento che alle
prossime elezioni sorprenderò me stessa e farò una pazzia. Qualsiasi cosa.
Anche una lista civica, un santone qualunque, un sognatore, uno diverso.
Festeggerò queste mie nuove consapevolezze cucinando sushi:
sono perfino diventata brava, io che lo odiavo…
.
.
.
Da noi si dice che ci vogliono sette generazioni per fare di un villano un signore. Che poi il senso è più o meno quello che hai scritto tu. Però io lo pensavo ieri e continuo a pensarlo oggi. Sulle prossime elezioni, che dire? A me a volte il nuovo mi pare più vecchio del vecchio. Una fregatura dentro vestiti più fighi.
RispondiEliminaBah
Raffaella
Mi hai fatto davvero sorridere... chi in fondo non è un po' come te?
RispondiEliminaIo si ;)
Serena
Bhè Annalisa, io ti adoro che ti posso dire? Sono qui che rido ma di certo non come presa in giro ma perchè sei troppo bella. Ma cambiare idea è sintomo di intelligenza! Come dice Bimboverde qui sopra solo gli stupidi non cambiano idea!
RispondiEliminaIo comunque ti preferisco di gran lunga adesso che mangi gnocchi e sushi! :D
A me il sushi nn piace, non entra nemmeno in bocca perchè mi si rabalta lo stomaco... ma chi può dire che fra un po' ne diventerò un'accanita divoratrice? ^___^ Annalisa sei proprio fortissima!
RispondiEliminaMa quant'è bello cambiare idea, pensa quante sorprese ci riserviamo! Odiavo il radicchio rosso e adesso me lo mangio alla piastra, con la pasta o nel risotto. Non pensavo sarei diventata mamma e invece eccomi con due bimbi. E all'università ho cambiato facoltà, salvandomi da un futuro che non era il mio. Olè!
RispondiEliminaah ah eh si è proprio vero alcune cose sembrano dei dogmi e poi... non è così... meno male!
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