Sabato abbiamo approfittato della bella giornata di sole per
fare un giro a Venezia, dove, come spesso accade, ci attendevano due importanti
mostre fotografiche.
La mattina abbiamo visitato nella suggestiva Tesa 113 dell’Arsenale
la mostra “From These Hands: A Journey Along The Coffee Trail” di SteveMcCurry.
62 foto scattate negli ultimi 30 anni tutte accomunate da un
unico filo conduttore: il caffè.
Dal Brasile al Vietnam, dall’India alla Tanzania, volti e
paesaggi ci raccontano cosa c’è dietro ad una tazzina di caffè magari bevuto
frettolosamente in piedi, senza curarsene più di tanto.
Ci sono sguardi profondi, solchi nel terreno, sacchi pieni
di chicchi rossi, campi assolati e cieli tempestosi.
Le foto di McCurry entrano ti entrano dentro e riescono a
sempre a meravigliare e commuovere.
Ogni foto ti fa pensare “questa è la migliore”, ma solo fino
alla successiva, perché ognuna è un capolavoro.
Tecnica, istinto, passione e
compassione.
Tutto questo fa di McCurry un genio della fotografia, e,
usando una definizione un po’ abusata ma perfettamente calzante nel suo caso, “una
bella persona”.
Nel pomeriggio ci siamo spostati alla Giudecca, dove presso la
“Casa dei Tre Oci” è in corso la mostra: Sguardo di Donna. Da Diane Arbus a Letizia Battaglia, la passione e il coraggio.
Vorrei poter parlare bene di questa mostra.
Sono una donna e
ovviamente adoro quando il mio genere si distingue positivamente.
Non è questo il caso. Almeno per me.
Perché la maggioranza della critica si sperticherà
sicuramente per questo allestimento e soprattutto per questa selezione di opere
di 25 fotografe, alcune molto molto famose, che hanno come filo conduttore il
provocare un senso di disagio e fastidio.
Situazioni disturbanti, temi falsamente impegnati, mancanza
totale di spontaneità, ricerca del diverso fine a sé stesso.
Potrei andare avanti ancora.
Eravamo in quattro, di sesso ed età differenti, ma il giudizio è stato
unanime: 44 euro buttati via.
Situazioni troppo costruite oppure al contrario cruda
ripresa della realtà, opposti che in ogni caso provocano disturbo.
Sembra che ognuna di queste fotografe abbia come primo
obiettivo quello di dimostrare di essere più cazzuta di un fotografo
maschio.
Il solito malinteso desiderio di uguaglianza che fa agire
certe donne come fossero i peggiori degli uomini, invece di brillare per la
propria diversità di genere e ottenere successi proprio in quanto donne, con un
modo di agire femminile ma altrettanto valido.
Sono tutte toste, con le palle.
Non hanno paura o schifo di nulla.
Non c’è poesia, gentilezza, pietà.
Insomma per me il bilancio è stato questo: 25 fotografe non
fanno un McCurry!
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McCurry è pazzesco!Piace moltissimo anche a me :)
RispondiEliminaComunque sia sempre cose molto interessanti mia bella Annalisa e poi già di per se la cornice veneziana è grandiosa...
RispondiEliminaAbbraccione a tutti!