Ecco che ci sono cascata di nuovo.
Nonostante io abbia già ampiamente sviscerato la questione
(vedi post Repetita iuvant ma anche no) eccomi a fare il solito errore: voler
ripetere un’esperienza del passato remoto e restarne delusa.
Oggi io, da vecchia babbiona quale sono, mi sono ricordata
di quando, come tutti i bambini veronesi della mia generazione, andavo a
visitare la Fiera dell’Agricoltura con la mia classe delle elementari.
Era bellissimo.
Allora i casi sono due: o il tempo ha ammantato di bellezza
e fascino questo evento, così come ripulisce e fa brillare le vite di certi
personaggi quando muoiono (avete mai sentito dire di un morto che era un pezzo
di merda? Forse solo Hitler e Stalin non sono stati riabilitati…) oppure l’evento
in questione era realmente migliore nel passato rispetto ad oggi.
In ogni caso era meglio restare nel dubbio, ma io sono così:
una che vuole condividere vecchie esperienze con i propri cari.
E allora ho cominciato a descrivere al marito padovano e
a mia figlia che non c’era mai stata, le antiche visite ai vari padiglioni, con
gli stand dei paesi europei dove magari ti facevano assaggiare la fonduta
svizzera e i wurstel tedeschi e poi tutte le esposizioni degli animali da
stalla e da cortile.
C’erano decine e decine di tipi di galline e papere.
Pavoni, fagiani dorati, faraone.
Interi settori con tutti i tipi di piccioni viaggiatori.
Interi settori con tutti i tipi di piccioni viaggiatori.
Conigli d’angora meravigliosi.
Le scrofe con tutti i lattonzoli, mucche, vitelli, pecore e
capre da lana e da latte.
Anche alpaca, guanachi e lama.
Nei miei ricordi c’erano gli aneddoti su mio zio che
ogni anno comprava alle mie cugine qualche animaletto, tipo due papere o due
coniglietti e un anno anche due mitici pulcini rosa.
Animali che dopo qualche mese sparivano misteriosamente - li
abbiamo portati in campagna, ci diceva lo zio – salvo ricomparire sotto forma
di arrosto alla faccia di noi bambine ingenue.
Comunque tutto era bello, era primavera (marzo, non febbraio
come adesso), c’erano i fiori, c’erano i trattori colorati ed oltretutto
avevamo i biglietti gratis.
Invece oggi cosa abbiamo visto? Alla non modica cifra di 15 euro
a cranio ci siamo sciroppati 8 padiglioni di enormi e fantascientifici macchinari,
un solo padiglione con varie mucche, due asini, dieci conigli e una ventina tra
galline e papere.
Tutto qui. Uno
squallore unico.
Ma cos’è diventata l’agricoltura oggi?
Tutto sembra
orientato verso tre o quattro attività: coltura del mais, della soia, della
vite. Allevamento di bovini.
Ogni cosa automatizzata il più possibile.
E ti saluto al mio romantico ricordo …
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Nooooo, mai andare a rievocare!!!! Se proprio devi, fallo da sola, ma non con la figlia! .... che poi ti guarda strana ! ;-)
RispondiEliminaÈ stata proprio mia figlia, che vuole diventare ornitologa, a insistere per andare... Si è dovuta accontentare di raccogliere 2 piume di gallina padovana!
Eliminasi , è vero Annalisa, spesso i ricordi quando sono così belli in passato , è meglio custodirli nel nostro cuore e non ripeterli..
RispondiEliminaMa siamo umani e anche vogliosi di vedere come continua 'sto strano mondo e continua purtroppo sovente male...
Io non vado mai a queste fiere, perchè non desidero vedere gli animali in gabbia, o in bella mostra..
Ma questa è una mia deboleza ancestrale , come andare dal macellaio e raramente , quando vado, farmi dare la carne a pezzetti per non intuire cosa sia...
Una follia pura!..Ma sono così perdonatemi!!!!
Una serena domenica...e un abbraccio stretto!
Cara Annalisa, mai fidarsi dei ricordi... soprattutto per chi come noi li ha ancorati agli anni '60... troppo tempo e troppa acqua è passata sotto i ponti! Meglio restare in quella nebbiolina dorata e anche un po' zuccherosa che si chiama "memoria"!
RispondiEliminaNiente avrà mai il fascino che aveva quando la guardavamo con gli occhi di bambine... in più secondo me è davvero tutto meno romantico, meno bucolico nell'agricoltura moderna.
RispondiEliminaForse sarebbe meglio non vedere...